PARTE TECNICA
Relazione tecnica per:
Attuazione di un progetto di applicazione consistente nell’impiego di fertilizzanti di nuova concezione (formati da un consorzio di microrganismi-micorrize) nelle colture agrarie praticate nell’invaso del lago di Candia (TO) maggiormente rappresentative e tradizionali del territorio.
La fitodepurazione è una tecnica di depurazione
caratterizzata da trattamenti di tipo biologico, nei
quali le piante,sviluppandosi in terreni saturi d'acqua,
svolgono un ruolo chiave per l'azione diretta dei batteri
che colonizzano gli apparati radicali e rizomatosi.
Tali trattamenti si intendono sia come alternativa sia
come supporto ai tradizionali sistemi basati su processi
biologici e su reazioni chimico fisiche.
Con il termine inglese Wetlands si indicano quei sistemi
di "fitodepurazione" di acque reflue progettati
con l'obiettivo di creare artificialmente le stesse
condizioni ecologiche che si instaurano naturalmente
nelle aree umide. Nel nostro Paese gli impianti di "fitodepurazione",
sono sistemi ingegnerizzati progettati e costruiti per
riprodurre in un ambiente maggiormente controllabile
i naturali processi autodepurativi. Rispetto alle aree
umide naturali, gli impianti di fitodepurazione consentono
la scelta del sito, la flessibilità nel dimensionamento,
il controllo dei flussi idraulici e dei tempi di ritenzione.
Le funzioni fitodepuranti possono inoltre essere favorite
ed esaltate con opportuni accorgimenti, quali la scelta
delle specie vegetali, la scelta del substrato e il
governo del flusso delle acque
Negli impianti di fitodepurazione gli inquinanti sono
rimossi tramite una combinazione di processi di tipo
chimico, fisico e biologico. I processi più efficaci
sono la sedimentazione, la precipitazione, l'adsorbimento,
l'assimilazione da parte delle piante e l'attività
microbica. La tecnologia fitodepurativa unisce al tradizionale
trattamento depurativo di ossidazione biologica, la
capacità adsorbente del medium, quella filtrante
delle radici delle piante (che forniscono inoltre un'elevata
superficie adatta allo sviluppo delle masse microbiche
coinvolte nel trattamento) e la rimozione di nutrienti
dovuta alla crescita delle stesse.
Gli studi condotti sulle cosiddette aree o zone umide
naturali hanno messo in evidenza come in questi ecosistemi
si instaurino naturalmente particolari e specifiche
funzioni di autodepurazione delle acque.
Un'area umida, che può essere ricondotta ad
una superficie ricoperta naturalmente, costantemente
o temporaneamente da acque stagnanti o lentamente defluenti,
è costituita da un sistema polifasico, in cui
gli elementi caratterizzanti sono le specie vegetali
acquatiche che in essa si sviluppano, lo strato di acqua,
il substrato pedologico su cui insiste la microflora
e la microfauna che vive nel sistema. Le funzioni di
purificazione delle acque presenti dipendono da quattro
componenti: la vegetazione, lo strato di acqua, il substrato
e l'associazione delle popolazioni microbiche.
Obiettivo del progetto LIFE TRELAGHI è contribuire
ad abbassare i livelli di eutrofizzazione
delle acque dei laghi coinvolti.
Le attuali conoscenze hanno consentito la formulazione
di un piano di intervento ambientale i cui strumenti
di intervento sono mutuati dalla natura stessa e sono
costituiti da
Macrofite
acquatiche
Funghi
micorrizici
Batteri
della rizosfera
Rocce
zeolitiche
NUOVO
MODELLO DI ECOSISTEMA DEL SUOLO CON INNOVAZIONI TECNOLOGICHE
radici, batteri PGP, zeoliti, scorie BFS
Lo sfruttamento delle proprietà delle zeoliti
chabasitiche, unitamente a quello delle capacità
delle piante e della attività metabolica dei
batteri e delle micorrize della rizosfera, porta a buoni
risultati nella rimozione di inquinanti da suoli, acque
di scarico e acque di dilavamento. Una pianta che stabilisce
una simbiosi con funghi micorrizici e batteri della
rizosfera, migliora infatti l'assorbimento delle sostanze
nutritive presenti nel terreno in scarsa quantità.
Gli ecosistema filtro, grazie alle caratteristiche
chimico-fisiche delle zeoliti chabasitiche, sono in
grado di prelevare gli inquinanti presenti nelle acque
per poi rilasciarli alle radici delle piante sovrastanti,
che hanno in comune con le zeoliti, nella rizosfera,
i batteri e le micorrize introdotte.
Gli ecosistemi filtro, a base di piante complessate
con funghi micorrizici e batteri della rizosfera, con
letto di zeoliti e scorie BFS, sono la prima applicazione
in campo su vasta scala per la difesa di un bacino idrografico,
e sono sistemi per la depurazione delle acque che possono
essere operativi e funzionali a diverse latitudini,
e quindi possono essere riprodotti su tutto il territorio
europeo.
Le iniziative intraprese nel progetto sono volte ad
abbassare drasticamente il quantitativo di fosfati e
nitrati riversati nei laghi dalle acque reflue degli
insediamenti civili, delle attività agricole
e delle industrie agro-alimentari.
Grazie agli ecosistemi filtro si combatterà
l'inquinamento delle acque con sistemi a basso impatto
ambientale, caratterizzati da efficienza operativa e
bassi costi di esercizio e manutenzione. Dal momento
che i costi di esercizio non contemplano l'impiego di
energia elettrica, di composti chimici coadiuvanti né
la somministrazione artificiale di ossigeno, i costi
di esercizio risultano dimezzati rispetto agli impianti
tradizionali. I costi di manutenzione sono limitati
ad una cura ordinaria, eseguibile da un operaio non
specializzato.
La fertilizzazione con funghi micorrizici e batteri
della rizosfera ha costi ridotti rispetto a quella tradizionale
effettuata con prodotti di sintesi, quindi verranno
abbattuti i costi di produzione delle colture agricole;
inoltre il prodotto agricolo ottenuto è di migliore
qualità, come è stato osservato in alcuni
test preliminari. Eliminando la concimazioni chimiche
verranno drasticamente abbattuti i fenomeni di dilavamento
dei nitrati a vantaggio della lotta contro i fenomeni
di eutrofizzazione del lago. Tale applicazione permetterà
di mettere a punto un nuovo modello di coltivazione
agricola a basso impatto ambientale.
I riflessi occupazionali diretti e indiretti saranno
legati al miglioramento generale dei siti di pertinenza
che così producono opportunità di lavoro.
L'iniziativa produce:
1. Nella fase progettuale e prerealizzativa del progetto;
- Professionalità, cultura, ricerca e innovazione
con l'occupazione di professionisti, ricercatori, neolaureati
e studenti
2. Nella fase realizzativa;
- Opportunità di lavoro agli imprenditori locali
per la realizzazione delle opere strutturali, grazie
alla scelta di tecnologie realizzative, a basso impatto
ambientale e strumentale, che privilegiano le capacità
professionali presenti sul territorio
3. Nella fase gestionale e manutentiva, produrrà
occupazioni relative a;
- Organizzazione di eventi e servizi culturali, per
il turismo e il tempo libero.
- Istituzione di centri didattici multiobiettivo con
scuole di ecologia pratica.
- Manutenzione del patrimonio botanico e zoologico dei
territori, con la tutela della diversità genetica,
della flora e fauna autoctona.
- Produzione e commercializzazione dei prodotti tipici,
prodotti agro-alimentari biologici e vivai naturalistici
acquatici (seed savers) protetti da un marchio di qualità
ambientale.
- Servizi di assistenza agrituristica, locande tipiche,
bed & breakfast.
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